DA NARDO’ A PRETORIA – Gli africani di Puglia e il mondiale

di Oliviero Beha (da Il Fatto Quotidiano del 2 Luglio 2010)

Che partita sarà il quarto di finale Uruguay-Ghana? Come ve lo immaginate? Con lo stadio di Johannesburg pieno (forse…) per la Nazionale del Continente Nero sopravvissuta alla selezione? E dove lo vedrete? A casa vostra, o in qualche locale pubblico, tanto per gettare un occhio in assenza ingloriosa degli Azzurri, tanto per distrarsi in massa o semi-massa dalle nefandezze che la quotidianità ci propina sub specie mafiosa o similia?
Vi consiglio un altro punto di vista. Immaginatevi una cornice diversa. Il sole ancora di là da tramontare nelle Puglie, a Nardò, 33 mila abitanti afferenti al leccese, che cala di sbieco sulla campagna cui arriva l’odore del mare, su un campo non di allenamento, né di angurie, ma in un certo senso di tutt’e due. Qui si allenano alla sopravvivenza per giocarsi la vita lavorando un certo numero di immigrati regolari: il campo è una specie di accampamento, tende sufficientemente accoglienti per la “stagione”. C’è un comune, un assessore, un capo-progetto, una comunità di persone che stanno “usando” i Mondiali di calcio in un altro modo. Da un certo punto di vista, sono al polo opposto di Blatter e dei Signori della Palla, tanto simili nei “fondamentali” ai Signori della Guerra o ai Signori tout court, di qualunque business planetario si occupino.Senza sfruculiare la globalizzazione e i suoi artefici, basta forse Balzac, “Dietro ogni fortuna c’è un delitto”.
Senza pensare a Balzac ma guardando le partite, e in particolare ovviamente quelle delle squadre africane e dunque stasera il “resistenziale” e simbolico Ghana, la mano d’opera extracomunitaria che non vuole fare la fine di Rosarno e ipotizza un destino migliore, per loro, i loro committenti, i loro vicini di campagna,casa,tenda, si riunisce per stare insieme “gratis”,per tifare per la gratuità iniziale e poi smarrita e solo intermittente dell’esistenza, per non dover pensare all’ingaggio che non è quello di Kakà né di Messi bensì il loro, quotidiano,sofferente,il più onesto che si dia in circostanze date. Un’altra accoglienza è possibile,insomma.Rosarno come evidenziatore e insieme tappo saltato di una situazione drammatica da troppo tempo rimanda ad altri tentativi di integrazione, di rispetto umano, di lavoro controllato da tutti i punti di vista, di sfruttamento “minore” giacché la formula è relativa per necessità.Le angurie hanno un mercato fiorente verso Germania e Francia.C’è bisogno e convenienza a raccoglierle, dibattendosi tra i vincoli imposti dalla legislazione nazionale (Bossi Fini) che rendono problematica la situazione per chi è in condizione di totale irregolarità, e le sinergie montanti fra enti locali e associazionismo per offrire risposte, se non risolutive almeno di carattere sperimentale.Il Comune, retto da una giunta intenzionata a “sporcarsi le mani”, soprattutto grazie all’assessore Falangone, ha sposato un progetto che ha coinvolto da una parte anche la Provincia, dall’altra l’Associazione “Finisterrae” e le “Brigate della Solidarietà”, realtà di volontariato sociale composte da persone impegnate in interventi mutualistici, già protagoniste, anche se ignorate dai media, nei primi interventi di sostegno all’Aquila.
Gianluca Nigro, coordinatore del progetto, dice di come il Comune ha reso disponibile una masseria,ha provveduto alle spese di ristrutturazione e ha fatto in modo che diventassero fruibili al suo interno i servizi essenziali, bagni, docce, uffici per consulenze legali e sindacali ecc.. A ridosso,grazie all’intervento della Provincia, si è cominciata a realizzare una tendopoli per cui le condizioni di vita dei braccianti sono migliorate già soltanto così.Ma il punto focale come anticipavo è l’ingaggio, sia per i calciatori che per la mano d’opera dei cocomeri.I datori di lavoro debbono mettere in regola i braccianti e questo significa previdenza e contributi. Lo scorso anno ad essere “ingaggiati” erano qualche decina, quest’anno sono triplicati. Il nucleo storico dei lavoratori è composto da tunisini da anni presenti nel territorio e titolari di carta di lungo soggiorno, ma sono stati “ingaggiati” anche molti che avevano fatto richiesta d’asilo usciti dai centri,così come hanno trovato opportunità temporanea di lavoro coloro che sono stati espulsi dal ciclo produttivo delle fabbriche del nord. “Chiaramente progetti di questo tipo non possono risolvere i problemi di chi non ha uno straccio di documento” ,mi dice Nigro,” chiaramente entrano in un contesto economico già più protetto per le modalità di lavoro. Per raccogliere le angurie infatti si formano squadre di 6 persone che contrattano il prezzo collettivamente con il proprietario terriero, col risultato che- anche se con lo sfruttamento determinato dal cottimo – chi lavora molto riesce anche a portare a casa 100 euro al giorno. L’ingaggio aumenta ovviamente il potere contrattuale dei lavoratori”.
E si guardano i Mondiali alzandosi assai prima dell’alba e raccogliendo angurie per tornare in tempo quando le partite cominciavano alle 13,30,un orario pensato da Blatter non esattamente in funzione loro…e aspetteranno il Ghana al tramonto questa sera.Abbiamo,noi che scriviamo, la caratteristica di non vedere i segnali purtroppo infrequenti di buona volontà,e ancora di più di non sottolinearli a dovere.Rosarno poi scoppia e insegna.Così anche Uruguay-Ghana è un modo e non solo un pretesto per parlare di lavoro e di pelle.Certo, magari da me vi aspettereste un pronostico e una lettura specifica dei due quarti di oggi.Bene…
Sono influenzato dall’umanità sempre a rischio di Nardò, e quindi non escluderei che se il Ghana ha recuperato forze magari la tira in lungo con l’Uruguay più del previsto, e magari…un po’ d’Africa resta, a Nardò come a Johannesbourg.Prima avranno giocato Brasile e Olanda.L’attacco “brasiliano” dell’Olanda a colpi di Robben contro la difesa “europea”, quasi all’italiana ma con la qualità di un Lucio e di un Juan, del Brasile.Tutti puntano sul Brasile, ergo se passa l’Olanda è una gran sorpresa, anche perché tra l’attacco del Brasile e la difesa olandese sembrerebbe non esserci partita.Dunque? Decisivo il centrocampo per entrambi, chi copre meglio e riparte meglio vince, al di là dei soliti episodi particolari che abitualmente segnano partite di questa importanza.Certo, un’ invenzione “boera” in un Mondiale sudafricano sarebbe qualcosa di fenomenale con l’occhio alla storia, un po’ come se Dell’Utri si stufasse di tanto accanimento e ci dicesse tutto, invece che giocare con gli anni della sua “assoluzione” sub specie mediatica (per alcuni…) e i manoscritti pasoliniani ritrovati che conterrebbero (detto da lui, un miracolo…!) “preziose note sui Misteri d’Italia”. E se gli facessimo scontare qualcosina di penale nel campo di cocomeri al grido di battaglia dei venditori d’angurie, “taglia che è rosso!”?

di Oliviero Beha (da Il Fatto Quotidiano del 2 Luglio 2010)

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